(7) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849

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Salussola agosto 2020 –   (7) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849. ” La fatica è grave. Il villico, dal momento che spunta un raggio di luce sino alla tarda sera, si spossa a lavorare nell’acqua e nel fango. Si vuole che egli lavori fino a che cade nell’ajuola. Il nome medesimo con cui è chiamato nel nostro paese indica abbastanza a qual genere di lavori duri e difficili sia condannato. Il dottore Stefano Ruva di Borgolavezzaro si adira giustamente contro gli strapazzi, i mali trattamenti, le ingiuste esigenze, ed il continuo disprezzo che deve soffrire lo schiavandaro nome che « quando non sia il retaggio dell’abolita tirannide feudale, deriva certamente dai modi tuttora duri e vergognosi di lavoro obbligatorio quasi forzato, col quale si vincolano codesti tapini non dissimile dallo stato di turpe schiavitù ». Tre altre cose valgono in Salussola ad aggravare la fatica, e sono: la sproporzione esistente fra il numero delle braccia e l’ estensione del territorio coltivato ; secondo, la distanza dei campi dall’abitato; terzo, la mancanza di casolari sparsi nella campagna ove il bracciante possa adagiare le stanche ossa e ripararsi dalle improvvise intemperie. Differenti dunque sono le condizioni eziologiche dei luoghi collocati a ponente ed a levante. Nei primi vediamo una vegetazione abbondante, abitazioni spaziose, sane, acqua migliore, proprietà divise, e popolazione originaria del paese, e quindi fissa e permanente: nei secondi abbiamo estese risaie, molti stagni acquosi, scarse piantagioni , abitacoli stretti ed umidi, e vediamo il contadino obbligato a nutrirsi malamente, ad usare bevande fecciose ed ingrate, ed a faticare quanto il bue e l’asino. Se da queste diverse condizioni si potessero trarre validi argomenti a provare la relativa insalubrità dei luoghi, noi dovremmo pronunziare, che molto più insalubri siano le regioni levantine, e che quindi da Arro si debba, come da un punto impestato, fuggire. Le previsioni però non sarebbero fondate. L’atmosfera, con la maggior dose di miasma di che l’hanno potuta impregnare, le risaie di Salussola, e quelle attigue di S. Damiano, Carisio, Villanova, e Massazza è sulle ali del vento che dall’est e dal sud-est soffiano all’ovest ed al nord-ovest trasportata alle parrocchie superiori. Le montagne che qui si elevano di dietro gli abitati fanno reazione alle colonne d’aria, che urtano contro di loro, e le ripercuotono al basso pregne di vapori mefitici condensati. Per tal causa Arro, che si può considerare qual centro vivo delle meteore umido-miasmatiche, è la parte relativamente più sana “.

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