(15) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849

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Salussola agosto 2020 –   (15) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849. ” Questa gente viene abbagliata, e sollucherata dalla speranza di un guadagno con cui togliersi dalla abbiezione, e dalla miseria, e dopo crudeli disinganni e più crudeli perdite parte più misera e più abbietta di prima. Terribile a dirsi ma pur certo la risaia è una voragine non sazia mai di divorare. Unico scampo rimane al villico il fuggire. Molte cause determinano la mobilità, e queste sono l’insufficienza del salario, la rudezza del fittavolo, o del possidente, le lunghe e ripetute malattie prodotte dagli effluvi miasmatici, e produttrici di miseria e di morte. Il salario dei nostri schiavandari è ridotto a ciò che gli economisti dimandano tassa naturale cioè ad una si limitata mercede che appena bassa alla sua conservazione ed al perpetuamento della specie. Gli si somministrano 80, o 90 fr., sei o sette sacchi di grano turco, 2 o 3 semine di riso e fagioli, alcuni fastelli di sottili rimessiticci all’ anno, e le giornate in cui la sua donna lavora , le si pagano dieci soldi di modo che il suo salario tutto ben compreso ascenderà a 400 franchi. Questa somma che a lui sano e con poca prole basterebbe, è scarsa ed insufficiente per lui carico di famiglia, per lui sempre immerso nei luoghi acquitrinosi, per lui subitterico, ostruzionario, e spesso ammalato. L’utilità delle sue opere; l’asprezza della fatica, il pericolo della salute, e quindi i suoi maggiori bisogni non si valutano punto: che anzi’ il ripetuto imperversare di meteore distruggitrici, il crescente rincarare dei fitti, lo sfrenato amore del lucro, e la facilità medésima di avere nuova gente indurano in maniera tale l’animo dei possidenti e dei fittavoli, che vanno ogni giorno più diminuendo la mercede già cosi vile e poca. In quei luoghi in cui nobili ed onorati imprenditori fanno di tutto per conciliare il loro interesse coi bisogni del villico, vediamo di fatto essere più stabile la popolazione, e prosperare per quanto lo comporta la mal’ aria. Questo accade alla Catella, a Falciano, a S. Damiano; ma sono eccezioni. I bisogni pertanto superando i mezzi di sussistenza costringono spesso lo schiavandaro ad abbandonare Salussola. Il movimento della popolazione dipende essenzialmente dalla volontà dei possidenti  e dei fittavoli. Questi quando intendono di por mano ad opere di miglioramento che loro assicurino un buon estaglio, sono costretti a chiamare ed invitare uomini, donne e fanciulli. Compiute queste opere essi licenziano i sopprabbondanti ed insieme con essi le vedove, gli orfani o tutti quelli che dopo essersi logorata salute e forza in loro beneficio sono oramai inabili a prestare i servigi da somaro.  La falce della morte, dopo frequenti e lunghe malattie miele molte vite di questa classe, e queste scene troppe volte si ripetono perchè i rimasti, atterriti od obbligati non cerchino d’allontanarsi da tali luoghi. Riboccano perciò i casolari ad ogni breve tratto di tempo di nuove famiglie or lusingate da non so qual fiducia di agiatezza, ora spinte dall’ultima miseria. Nelle nostre risaie accade quanto capita agli eserciti. Oggi le file sono assottigliate dalla fame, dalle marcie, dalle battaglie, domani rifatte e fiorenti per le nuove leve sopraggiunte e riunite. Questa è nelle risaie di Salussola la perenne vicenda. Di questa gente abbenchè la morte ne distrugga le centinaia , la statistica fatta ogni decennio non potrà mai additarci il manco relativo al numero annuo. Il movimento è regressivo o progressivo, siccome diceva, e per poterlo computare bisognerebbe al principio ed al termine di ogni anno raccogliere le cifre della popolazione. Egli è tuttavia certo, che le morti superano ogni anno il numero delle nascite. La popolazione, di cui più facilmente si possono accertare le perdite, è quella fissa e permanente.Dessa, e per relazioni d’amicizia, e per legami di parentela, e per interesse alle sue proprietà, e per orrevole abitudine, e devozione religiosa ai lari ove bevve le prime aure vitali, e per la speranza dell’avvenire, e per amor patrio, ha motivo di fermarsi e perdurare nella lotta contro i mezzi distruttivi. Florido, ricco di vita e d’intelligenza io domando quel paese in cui si aumenta una tal popolazione, povero e cadente quello io cui diminuisce. Per questo lato Salussola è sgraziatissimo. Le grandi proprietà hanno assorbito ed assorbono continuamente le piccole, e quindi molta parte della popolazione fissa si fa mobile e girovaga, o divenuta misera sparisce consumata dalla malaria e dalla fatica. Adsueti adsuetos labores ferre etiamsi fuerint debiles aut senes, non adsuelis forlibus ac juvenibus facilius ferunt (Aphor. XLIX di Ippocrate ).Noi ne abbiamo una certa prova nella diminuzione delle famiglie veramente originarie di Salussola.  Si contano ancora i Bosco, i Chiappara, i Lanza, i Perazzone, i Zanotti, i Lacchia e pochi altri, e sono spenti i Tizzone, i Borgari, i Giordanino, i Casaccia, i Mazzia, e vicini a spegnersi i Salussolia, i Brocca, i Cracco, gli Ardizzone, i Degiorgi, i Flecchia , i Piana, i Lozia , i Manione ed altri molti. Delle parrocchie occidentali noi siamo specialmente costretti a compiangere la sorte miseranda. Là dove brulicava una robusta e ricca gente, là ove convenivano da ogni luogo festevoli brigate a deliziarsi nell’autunnale stagione, là dove si fermavano gli avi di queil ‘ immortale (1) che ci donava lo statato ed unificava il pensiero degli Italiani all’acquisto dell’indipendenza, là ora domina il silenzio e lo squallore della tomba. Le strade sono deserte, le abitazioni vuote, molte famiglie scomparse nel giro di pochi lustri, e le figure di chi tu incontri, ti paiono piuttosto l’ombra di quei che già furono, non il corpo di quelli che tuttora sono. Dove ferveva tra cantici beati il fervor della vita e la speranza,  ora è silenzio e campi infecondati  in cui sola la morte ospite avanza danno sociale. Il danno che dalle frequenti malattie, e dalla grossa mortalità della popolazione mobile e fissa ne avviene, non ricade soltanto sulla medesima, ma eziandio sull’intiera società. La vita della società si informa sull’attività, e sull’intelligenza dei singoli individui, ma da esseri che sono abbruttiti dalla condizione servile, ed assonnati dalla malaria quale servizio può mai aspettarsi, quale profitto ricavarsi se non è di quelli che le recano eziandio il bue e l’asino?. Salussola era un feudo della R. Casa di Savoia-Carignano. Salussola è rosa da tre piaghe, dal pauperismo, dall’immoralità, che trascina l’uomo alla dissolutezza ed al panneggiare, e dalla grettezza egoistica di quanti piccoli possidenti tuttavia si enumerano. Doloroso troppo riuscirebbe lo scoprirne tutta la orridezza, e volentieri vi stendo sopra un velo. Al danno morale ed all’igienico di cui già parlava lungamente io aggiungerò eziandio l’economico cercando di spiegarmi con un esempio vivo e presente. In Inghilterra vi esiste una classe numerosa di si poveri operai, che sono costretti ed abitare in luoghi umidi ed insalubri. A Liverpool quarantamila persone albergano entro ottomila tane sotterranee. Il fisico si altera immensamente, continuamente, e ad ogni batter di palpebra tuttochè giovani e dalla natura favoriti di una buona tempra cadono in lunghe malattie e presto muoiono lasciando dopo di loro vedove ed orfani nell’assoluta miseria. La società deve provvedere all’ammalato ed alla famiglia nel tempo della sua malattia e dopo la sua morte. I signori Playfaire e Guls valutarono a 500,000,000 di franchi la perdita che la Gran Bretagna fa annualmente in tal modo. Lo stesso succede in Salussola a risguardo della classe numerosa degli schiavandari e dei giornalieri. Essi non hanno modo di sostenersi se non con le proprie braccia, e cadendo sovente in malattie vivono a carico del Comune e della società. Egli è certo che il numero dei poveri oltrepassa la metà della popolazione intera e che sopra mille e cento poveri cinquecento almeno ammalano lungo l’anno. Se la media del soccorso che ricevono od al proprio domicilio dalla carità privata od agli ospedali dalla carità pubblica si ritiene che ascenda a franchi otto per cadauno, noi vediamo che la società perde ogni anno franchi 4,000 quali moltiplicati pel cinquantennio di cui fo la statistica daranno la vistosa somma di franchi 200,000. Nè questo è se non se un calcolo approssimativo ed inferiore di gran lunga a quello, che dalle notizie più positive ci sarebbe dimostrato “.

 

⇒ LA RELAZIONE DEL MEDICO CONDOTTO CONTINUA NEI PROSSIMI GIORNI E NELLE PROSSIME SETTIMANE

 

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