Itinerari per Pasquetta: Strada e regione Mulino dei Banditi

strada mulino dei banditi

Salussola – Itinerari per Pasquetta: Strada e regione Mulino dei Banditi. Parcheggiate la vostra auto nei pressi della stazione ferroviaria di Salussola, e dopo aver lasciato il punto di partenza dirigetevi verso il passaggio a livello dell’attigua stazione ferroviaria sulla linea Santhià – Biella. Oltrepassato il passaggio a livello si giunge ad un ponte sulla roggia Molinara, dove la strada forma un bivio a ridosso dei binari della stazione; prendete la strada asfaltata che si dirige a sinistra, e che si chiama Via Mulino dei Banditi. Terminato il breve tratto d’asfalto vi troverete di fronte alla recinzione di una fabbrica tessile con la sua ciminiera; da questo punto la strada si fa sterrata e compie una curva a destra. La fabbrica ora parzialmete utilizzata per scopi diversi, fu produttiva dagli anni del 1920 – 1930 fino a metà degli anni 1970; era della famiglia Rubin Pedrazzo, degli industriali locali. Proseguite lungo lo sterrato con parti ghiaiose, tra ampie distese di campi sulla destra e boschi baraggivi, che lambiscono il corso del torrente Elvo, sulla sinistra. Intorno il terreno è aspro e ghiaioso; qui in tempi remoti vi scorreva un ramo del torrente Elvo, ora è zona di estrazioni ghiaiose e l’agricoltura è avara, e solo da pochi anni è arrivata l’irrigazione a pioggia. L’estremo lato destro, dove inizia il declivio collinare ha sede la ferrovia, mentre a sinistra, verso la sponda del torrente Elvo, le cave in disuso hanno lasciato il posto ad ampi ristagni d’acqua o a piantagioni di pioppi. Proseguite lungo la strada che ha uno strano nome, ” del Mulino dei Banditi “, tra molte curve, ora a destra ora a sinistra, fino ad arrivare a lambire un campo da volo di aeromodellismo e più avanti una zona boscosa attraversata da alcuni corsi d’acqua stagionali. La strada prende il nome da un mulino, che in seguito venne adibito a stazione di pompaggio per l’ innalzamento delle acque, che sorgeva sul navilotto di San Damiano o scaricatore del canale della Mandria, dove l’acqua è abbondante, e forma tutt’oggi una cascata tra il corso superiore e quello inferiore. Nei locali di quel mulino si asserragliarono e vennero catturati dei banditi. Il Brianco, per la sua boscosità, fu sempre luogo di scorrerie di briganti e tanto per citarne qualcuno, ricordiamo che qui vicino operava anche il ” Biundin “, un bandito che rubava ed aggrediva tra il Vercellese e il Biellese. Continuate lungo la strada fino ad arrivare a un capiente corso d’acqua, è il canale irriguo Navilotto di San Damiano o canale scaricatore della Mandria. Transitando sul ponte, a destra imboccate il sentiero, erboso, fino allo sbarramento dove l’acqua forma una cascata molto fluttuante, dovuta al dislivello tra il corso superiore ed inferiore del canale. In questo punto, fin dal 1924, c’era una stazione di pompaggio che innalzava l’acqua per irrigare il tavoliere soprastante coltivato a riso. E fino a una decina d’anni fa era ancora possibile osservare, oltre all’enorme ruota, anche gli ambienti, parti di canalizzazioni e la struttura di un edificio un po’ pericolante. Si sale il leggero declivio lasciando a destra la cascata; arrivati in cima ci si trova di fronte il corso superiore del canale che lambisce il bosco e a destra alcune prese d’acqua e a sinistra il sentiero erboso che costeggia il canale. Fate molta attenzione, specialmente se ci sono dei bambini, perché da questo punto il canale non ha nessuna protezione, ne alle prese d’acqua che vanno a formare la cascata, ne lungo il successivo corso. Oltrepassato il ponte sul corso d’acqua, dirigendovi alla sua sinistra, andrete in direzione del torrente Elvo, ed è qui che il corso d’acqua attraversa il torrente, e il troppo pieno forma delle cascatelle. Dall’altro lato, verso monte, il torrente sbarrato dalla parete del corso d’acqua che l’attraversa, forma un bacino e se siete fortunati vedrete sguazzare la nutrie.

14 aprile 2022 – blogger claudio.circolari@salussola.net

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