Dormire per alcune ore in pausa dal lavoro è utile o controproducente? Sono gli esperti a svelare i segreti della ‘siesta’
C’è chi la chiama siesta, chi pennichella, chi semplicemente pisolino: si tratta dell’abitudine di molte persone di regalarsi qualche decina di minuti o alcune ore di sonno in più nel corso della giornata, solitamente nel primo pomeriggio dopo aver pranzato. Un modo per staccare seppur per poco la spina da problemi e dalla frenesia quotidiana ritagliandosi un momento di relax e rigenerazione.
C’è chi non può proprio fare a meno di sonnecchiare e riesce a farlo dappertutto, dalla panchina al parco al sedile dell’auto, dai mezzi pubblici al bar e chi, al contrario, preferisce evitarlo. Quello che in tanti si domandano è se questa pratica porti con sè vantaggi in termini di performance sul lavoro e benefici legati allo stato di forma oppure svantaggi. Vediamo che cosa dicono gli esperti in tal senso.
Sono in tanti a concentrarsi e a dibattere su questa questione e, in merito agli effetti del pisolino pomeridiano sono state realizzate anche diverse ricerche per capire se la siesta sia considerata benefica o meno. Vi sono paesi come la Spagna nei quali, peraltro, è irrinunciabile. Partiamo dal presupposto che il sonno è fondamentale ed importante per la salute ed è in stretto connubio con il tipo di alimentazione e con l’esercizio fisico. Va da sè che, se praticata correttamente, anche la pennichella può offrire potenziali benefici e rivoluzionare in positivo la giornata lavorativa.
Le ricerche dimostrano infatti che un sonnellino ben fatto può aiutare a migliorare sia la concentrazione che la memoria. Questo a patto che si facciano sonnellini brevi: è questa la chiave per rendere la pennichella efficace ed è il direttore del programma della Sleep medicine fellowship presso il Rush University medical center, James Rowley, a sottolinearlo. Dormire per poche decine di minuti può aiutare il corpo a recuperare le energie fisiche e mentali ma allo stesso tempo offrono maggiori possibilità di mantenerci in ‘allerta’.
Il segreto, dunque, è dormire per una quindicina, massimo venti minuti anche con più di una sessione giornaliera. Al contrario un sonnellino più lungo potrebbe provocare problemi di inerzia del sonno, intontimento, difficoltà a svegliarsi e anche emicranie ed un senso di stanchezza. Importante è, inoltre, non pensare ai sonnellini come compensazione di un sonno notturno insufficiente. L’esperto sottolinea, poi, che il momento ideale per un sonnellino è la parte centrale del pomeriggio; invece farlo dopo le 18 potrebbe andare ad interferire con il sonno delle ore notturne.
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