Si chiama “Muri sicuri” la maxi operazione che ha coinvolto il Piemonte e tutta Italia. Oltre 100 indagati dopo il ritrovamento di stupefacenti e telefonini nelle carceri.
Nelle prime ore del mattino di martedì 25 febbraio sono stati eseguiti 64 decreti di perquisizione personale e domiciliare da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Torino e del Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria.

Le provincie piemontesi e non coinvolte nella maxi operazione sono Torino, Alessandria, Biella, Cuneo, Imperia, Modena, Sassari, Modena, Savona e Vercelli. Le perquisizioni hanno interessato sia strutture penitenziarie che abitazioni private e hanno portato a sequestri di stupefacenti e cellulari. Sono 116 al momento gli indagati per reato di spaccio continuato di sostanze stupefacenti all’interno delle carceri – articoli 73 e 80 del DPR 309/90 – e per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti – articolo 391 ter c.p.
L’indagine è partita dopo aver appurato la disponibilità di cellulari da parte di detenuti della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Dopo giorni di attività tecniche e di intercettazioni i Carabinieri e il NIR sono riusciti ad individuare il traffico di telefonini e a monitorare un gran numero di dispositivi. Questi venivano introdotti di nascosto da parenti dei detenuti oppure dai detenuti stessi al rientro dai permessi d’uscita. Le intercettazioni hanno permesso di scoprire un traffico di droga nelle carceri organizzato proprio attraverso l’uso dei telefonini.
L’indagine ha smantellato un giro di stupefacenti e cellulari nelle carceri
Attraverso diversi stratagemmi la droga riusciva ad arrivare dentro il carcere per essere smerciata tra i detenuti. I pagamenti venivano effettuati utilizzando carte prepagate. Per smantellare questa rete sono state impiegate oltre 200 unità tra Carabinieri, personale del NIR e del Nucleo Centrale della Polizia Penitenziaria e militari del 1° Reggimento Piemonte.

Escluso, al momento, il coinvolgimento del personale penitenziario operante presso la Casa Circondariale di Torino. Durante le indagini il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha collaborato attivamente con le Autorità favorendo le acquisizioni investigative. Ora gli indagati saranno sottoposti a processo per attestare le reali responsabilità e arrivare alla definitiva condanna. Gli arresti sono avvenuti nel Torinese nei Comuni di Moncalieri, Venaria Reale e Caselle Torinese.
“Il sistema carcerario, anziché essere un luogo di rieducazione, finisce per essere un ambiente criminogeno che non contribuisce al recupero dei detenuti” ha detto Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. Serve un intervento urgente per prevenire atti illeciti nelle carceri e migliorare la gestione delle carceri in modo tale che in futuro non siano necessarie altre operazioni del genere.