Nel recente scontro fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, l’americano ha spesso tirato in ballo le terre rare: perché?
Il controllo delle terre rare è da anni inteso come un aspetto fondamentale per il pieno sviluppo economico e geopolitico delle nazioni più avanzate. USA, Cina e Russia continuano a sgomitare per accaparrarsi il controllo di questi minerali. Le tre grandi potenze mondiali sanno bene che l’accesso a tali risorse è di fondamentale importanza, sotto più punti di vista…

Al momento è la Cina a controllare gran parte della fornitura di questi elementi cruciali per la produzione e la gestione di tantissime componenti chiave dell’industria contemporanea. Le terre rare rappresentano infatti un gruppo di diciassette elementi chimici largamente utilizzati per lo sviluppo di varie tecnologie avanzate.
Per esempio, i chip fondamentali per il funzionamento di computer e smartphone. Senza terre rare, sarebbe dunque impossibile sostenere l’elettronica e l’industria dei semiconduttori. Tali minerali sono preziosi anche per il settore green, dato che servono per creare le batterie per le auto elettriche e le turbine eoliche. Infine, sono richieste anche dall’industria della difesa, per produrre missili, radar e jet militari.
Trump vuole le terre rare dall’Ucraina per poter smettere di dipendere dalla Cina. Si stima che la Repubblica Popolare Cinese controlli circa il 70% della produzione mondiale di terre rare. E non è un mistero il fatto che il Governo di Pechino abbia finora usato questo potere come leva geopolitica. La Russia ha già firmato vari accordi con i cinesi, mentre gli USA vorrebbero evitare di dipendere da Pechino.
Perché Trump vuole le terre rare ucraine
L’Ucraina non ha grandi riserve di terre rare… Ne ha specialmente nel Donbass e altre poche regioni minerarie: le stesse che sono state interessate dall’invasione russa. Ma proprio dopo l’invasione orchestrata da Putin, Kiev ha promesso all’Occidente la possibilità di poter sfruttare i suoi giacimenti in cambio di aiuti militari. E ora Trump ha voluto fare la voce grossa. Il nuovo presidente americano ha di fatto minacciato Zelensky di abbandonarlo, di bloccare ogni forma di sostegno, senza un veloce accordo di sfruttamento dei giacimenti in questione.

Donald Trump ha sempre puntato a rendere gli Stati Uniti indipendenti dal punto di vista industriale. E per farlo ha però bisogno di controllare le materie prime strategiche. Magari controllando l’estrazione in Ucraina e ottenendo un immediato vantaggio per l’industria tecnologica e militare.
Come abbiamo detto, le terre rare potrebbero in effetti rivelarsi importantissime per la transizione energetica, per la creazione di nuove armi avanzate, per competere con la Cina nell’automotive e nell’industria elettronica. Lo scontro fra USA e Ucraina non verte però principalmente sulle terre rare.
Il territorio ucraino, martoriato dalla guerra, non potrebbe mai essere in grado di fornire terre rare all’Occidente, anche perché quasi tutti i giacimenti si trovano in zone occupate dai russi. Ma, come spiegano i geologi, oggi si parla di terre rare anche per altre materie prime, che però sono cose diverse. Una semplificazione, dunque. In questo senso, Trump ricerca dall’Ucraina soprattutto il litio, un materiale di cui l’Ucraina ha grande disponibilità. Trump vuole poi anche la grafite.