Non tirare troppo la corda: questi sintomi potrebbero essere un campanello d’allarme. Mai sottovalutare il burn-out.
Burn-out è il termine con il quale si identifica una forte condizione di stress cronico, causata dal lavoro. È riconosciuta ufficialmente dall’OMS come fenomeno che può provocare esaurimento fisico e mentale, oltre che ovviamente emotivo. Coinvolge diversi fattori, che possiamo suddividere in individuali/personali e lavorativi/occupazionali.
La prima categoria riguarda i burn-out causati da età, sesso e pressioni sulle aspettative professionali. La seconda invece si riferisce nello specifico a carichi di lavoro eccessivi, mancanza di controllo, rifiuto di riconoscimenti legittimi da parte del datore di lavoro, conflitti relazionali e ambienti non supportivi.
In genere si tratta dunque di una risposta a un ambiente professionale angosciante, nel quale lo stress e la frustrazione divengono sentimenti reiterati nel tempo. Si finisce per sentirsi alienati alla routine lavorativa, senza un reale stimolo che nutra la mente e che dunque favorisca la resa finale. Il risultato? Una frase balena nel cervello: non ce la faccio più.
Il primo sintomo che sopraggiunge durante il burn-out è la stanchezza cronica. Quel momento in cui non importa quante ore dormiate durante la notte, la mattina il corpo risulta comunque pesante, spossato e affaticato. Vi recate al lavoro e gli occhi si chiudono di fronte allo schermo e così la capacità di concentrazione inizia a sfuggirvi.
Questo provoca l’insorgere di un secondo sintomo: il calo di autostima. Non essendo stimolati mentalmente, cominciate a credere di essere voi il problema e di non essere destinati a una reale soddisfazione professionale. Come un effetto domino si presentano quindi la perdita di motivazione e il distacco mentale dal lavoro.
Il risultato di questi primi quattro segnali si riassume nella scarsa produttività. Parliamoci chiaro: nell’ambiente lavorativo è raro incontrare colleghi e responsabili comprensivi. Nessuno si cura realmente del benessere psicofisico del prossimo e quindi non è possibile – oggettivamente – lasciar andare tutto e dormire di fronte alla scrivania. Questa consapevolezza genera stress.
L’angoscia provocata dalla mancata produttività e dalla perdita di motivazione vengono somatizzate sul corpo. Ecco che il soggetto affetto da burn-out comincia a soffrire di forti mal di testa, dolori muscolari e disturbi gastrointestinali che, troppo spesso, diventano invalidanti.
Onde evitare di arrivare a questo, è consigliato applicare delle strategie di rilassamento. È importante prima di tutto mettere dei limiti. Esempio: imporvi di non rispondere alle telefonate di lavoro dopo le 19.00. Inoltre, altrettanto fondamentale è seguire uno stile di vita sano con un’alimentazione equilibrata e dei momenti dedicati esclusivamente alla persona.
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