E’ arrivata ora una svolta nella ricerca per il morbo di Parkinson, può bastare un semplice test per arrivare a una diagnosi precoce.
La ricerca scientifica ricopre un’importanza fondamentale per il nostro futuro, ben sapendo come sia grazie a questa che possono aumentare le possibilità di essere in salute. E’ infatti determinante evitare di trincerarsi dietro alla paura e fare prevenzione, effettuando esami periodici che possono permetterci di arrivare a una diagnosi precoce di malattie anche gravi. Finora sembrava impossible pensare che questa potesse riguardare anche una patologia grave come il Morbo di Parkinson, invece a breve questo potrebbe essere realtà.
Cercare di capire con largo anticipo quando questo può essere contratto può essere provvidenziale, così da fae il possibile per evitare che i sintomi possano progredire a grande velocità, come accade solitamente. I risultati emersi grazie a una recente ricerca scientifica stanno mettendo in evidenza la possibilità di fare un semplice test a cui in genere ci si sottopone per altri motivi.
Sapere di avere una grave malattia può gettare nello sconforto più totale, nonostante in molti casi sia ora possibile arrivare a una guarigione grazie ai progressi fatti dalla medicina. In alcuni casi, come accade per le patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, questo non è possibile del tutto, ma se si arriva a una diagnosi precoce è possibile rallentarne lo sviluppo.
Arrivare a questo può essere davvero provvidenziale, soprattutto perché troppo spesso si arriva ad avere la certezza del problema quando il processo è già in corso da diversi anni, per questo si assiste a un peggioramento progressivo e veloce. Anzi, esistono molte situazioni in cui i malati scoprono quello che hanno quando il 50-70% dei neuroni legati alla funzione motoria sono stati colpiti con un danno irreversibile. Il lavoro dei ricercatori, che stanno cercando da tempo di capire come provare a modificare il corso della patologia, può essere quindi davvero provvidenziale. E
d effettivamente ora sembrano esserci novità davvero importanti a riguardo, grazie a quanto scoperto dai ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme, che hanno messo a punto un nuovo test del sangue in grado di dare una risposta al paziente ben prima che i malesseri possano comparire.
Si tratta quindi di una vera e propria rivoluzione, ben sapendo come i sintomi possano cambiare la quotidianità, quali tremori, rigidità e difficoltà nell’equilbrio e nella coordinazione, legati alla perdita progressiva dei neuroni legati alla funzione motoria.
Secondo quanto emerso, il test è in grado di rilevare nel sangue due biomarcatori che possono essere associati al Morbo di Parkinson, specifici frammenti di RNA, i tRF (frammenti di RNA di trasferimento), che si accumulano nei pazienti, e riduzione dell’RNA mitocondriale (i mitocondri sono le centraline energetiche della cellula), che peggiora con il progredire della malattia.
Una soluzione come questa si è mostrata davvero efficace, non solo perché è apparso preciso all’86%, ma anche perchè rapido, indolore ed economico. Questo non può che rappresentare una grande speranza per chi conosce da vicino cosa significhi avere questa malattia, che porta solo in Italia a circa 400 mila diagnosi all’anno.
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