Nelle prossime settimane uno dei frutti più amati della stagione calda vedrà salire il suo costo alle stelle: per quale motivo è diventato così prezioso.
La primavera è uno dei periodi più attesi dell’anno da molti. Il clima inizia gradualmente a cambiare in vista di un’estate ormai sempre più vicina. É il momento in cui la natura vive il massimo della sua esplosione. Una nuova energia che si ritrova chiaramente, anche sulla tavola.

La frutta è tra i vegetali che meglio rappresentano la stagionalità e, nei mesi caldi più che mai, diventa essenziale nell’alimentazione. Ha un effetto rinfrescante sul corpo, contribuisce ad alleviare a reintegrare le sostanze nutritive, tra cui minerali e vitamine, ed è una fonte di idratazione.
Ma il più delle volte, è anche un gusto a cui è difficile rinunciare. Sostituta più sana di un dessert, la frutta è un pasto immancabile per tantissime persone, ma non sempre accessibile. Negli ultimi anni neppure le grandi catene della distribuzione organizzata riescono a far fronte all’aumento dei costi di produzione.
Ci si ritrova così a notare prezzi esorbitanti nei reparti specializzati del supermercato, che costringono spesso a rinunciare all’acquisto dei propri prodotti preferiti. Un’esperienza di fronte alla quale si troveranno molti consumatori nelle prossime settimane. Uno dei frutti più amati raggiungerà costi altissimi.
Acquisti a peso d’oro: salgono i costi di questo frutto anche al discount
Le catene di discount rappresentano in molti casi un’ottima opportunità di risparmiare, facendo la spesa con un giusto equilibrio tra qualità e prezzo. Nell’ambito della produzione locale tuttavia, anche per i più grandi supermercati è difficile fronteggiare la crisi.

Accadrà nella primavera-estate del 2025 per le ciliegie, che diventeranno un po’ più “amare” rispetto al passato. Il goloso frutto dal colore rosso lucido è un simbolo stesso del periodo caldo, che rende più piacevole grazie al suo sapore dolce e succoso.
Un vero e proprio lusso che ormai in pochi potranno concedersi, considerando che il costo delle ciliegie è arrivato a toccare i 23 euro al chilo nella zona di Milano. L’aumento radicale è da attribuire al crollo dei raccolti che si è registrato nella regione di maggiore produzione italiana, la Puglia.
Si parla di una riduzione del 70% o addirittura persa nell’area di Bari, secondo quanto afferma Coldiretti, causata principalmente dalle forti gelate che hanno distrutto le varietà precoci come la Bigarreau, la Georgia e la famosa Ferrovia nei mesi di marzo e aprile.
Un danno di cui risente la distribuzione in tutto il Paese, poiché con i suoi 18mila ettari di terreni coltivati, la Puglia rappresenta da sola il 30% della produzione. Coldiretti spinge sul riconoscimento dello stato di calamità naturale, mentre le ciliegie rischiano di rimanere solo un lontano ricordo per molti palati.
Nel frattempo l’allarme è chiaro. Nei banchi dei supermercati l’assenza di ciliegie nostrane potrebbe essere contrastata da prodotti importati dall’estero. Il rischio di imbattersi in frutti provenienti da paesi in cui le regole su qualità e pesticidi sono molto meno severe, tra cui Tunisia, Marocco o Egitto, è dietro l’angolo.