In queste settimane sono stati segnalati numerosi casi di finte multe. Il meccanismo è sempre lo stesso: come riconoscerlo.
Al giorno d’oggi le truffe non mancano, anzi, rappresentano una vera e propria minaccia per una società sempre meno attenta e sempre più di corsa. Per quanto si possa essere scaltri, di fatti, i truffatori giocano sulle debolezze del cittadino, sulla pressione di un pagamento e, in tutto questo, studiano con una precisione capillare la vittima e come rendere il tutto più credibile.
Questo è il caso della nuova truffa della multa. Una sanzione a tutti gli effetti che il postino – o meglio, il sedicente tale – ci consegna a mano. La divisa è conforme e la multa sembrerebbe a tutti gli effetti emessa dal Comune di residenza. Eppure ci sono alcuni dettagli che non andrebbero sottovalutati.
I falsi postini giocano infatti sulla modernizzazione del servizio, nonché su sistemi modificati con lo scopo di rendere il pagamento più efficiente. Le sanzioni? Quelle che potrebbero colpire tutti senza nemmeno accorgersene: eccessi di velocità, divieti di sosta e via discorrendo. L’importante, in questi casi, è saperle riconoscere.
Il tutto si gioca su un equilibrio sottile tra apparenza e urgenza. Basta una divisa credibile, un documento stampato bene e un tono perentorio, e anche il cittadino più attento può cadere nel tranello. La truffa si presenta come una normale notifica: una multa per divieto di sosta, eccesso di velocità, semaforo rosso. Tutto plausibile. Così, tra fretta e ansia da sanzione, si paga. Ma si paga al truffatore.
Il pagamento viene richiesto subito, in contanti o tramite bonifico su un IBAN indicato nel foglio. Foglio che sembra ufficiale: logo del Comune (quasi identico), descrizione dettagliata, riferimenti normativi. Ma a ben guardare mancano dati fondamentali – firma digitale, codice del verbale, ente accertatore – e il logo è solo una brutta copia. E soprattutto, nessuna multa si paga mai alla porta. Non è previsto per legge.
Le vittime? Anziani, certo, ma anche chi lavora da casa o è semplicemente distratto. I truffatori scelgono orari strategici – metà mattina, primo pomeriggio – e zone tranquille, dove una violazione del codice è plausibile.
Purtroppo non si parla di casi isolati. Le segnalazioni si moltiplicano, soprattutto al Nord, ma il raggiro si sta estendendo. Le forze dell’ordine lo ripetono: se qualcuno bussa chiedendo soldi per una multa, è una truffa. E chi organizza questi inganni lo sa bene che delle volte basta un dubbio per cadere nella trappola.
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