I tagli alle pensioni negli ultimi 10 anni sono arrivati a superare quota 9mila euro. L’erosione maggiore si è registrata nel biennio 2023-24.
La Uil ha diffuso i dati di una ricerca che prende in considerazione il potere di acquisto delle pensioni negli ultimi 10 anni. Un perdita determinata in maniera permanente dal blocco (anche parziale) delle rivalutazioni. In soldoni questo significa riduzione del potere di acquisto dei pensionati.
Uno studio di Uil pensionati ha messo in evidenza come un assegno pensionistico di 10 anni fa, compreso tra le 4/5 volte il minimo quindi 2.256 euro lordi al mese, avrebbe dovuto raggiungere oggi i 2.684 euro lordi se fosse stato indicizzato al 100% rispetto all’inflazione.
Così però non è stato e, i calcoli effettuati, segnano una differenza anche di 888,61 euro su base annuale e una perdita complessiva in dieci anni che arriva a superare i 2mila euro. Le cifre in perdita aumento, fino ad arrivare alla soglia dei 9.614 euro persi in 10 anni se la pensione di base nel 2014 era di 3.500 euro.
L’erosione maggiore si è avuta nel biennio 2023/24 per effetto dei ragli progressivi introdotti dal governo Meloni e comunque giudicati legittimi dalla Corte Costituzionale.
bloccare le pensioni e quindi non indicizzarle rispetto all’inflazione significa renderle gli assegni gradualmente meno efficaci in acquisto. Secondo i dati di Uil un assegno di 1.738 euro nel 2014 riusciva ad acquistare fino a 1931 caffè al bar, dieci anni dopo con un assegno di 2.002 euro se ne arrivano ad acquistare 1668, lo scarto è di 262 caffè in meno nonostante la rivalutazione della pensione.
Le pensioni italiane sono tra le più basse d’Europa ed è per questo che la Uil chiede al governo la riapertura di un tavolo di confronto che permetta di ridimensionare e rivalutare il potere di acquisto dei pensionati.
“Uno studio che dimostra -sottolinea Barbagallo segretario generale di Uil pensionati- come il taglio della rivalutazione sia un danno strutturale e permanente che si ripercuote negli anni successivi“. Per questo si richiede un nuovo dialogo con le forze di governo per arrivare ad azioni concrete, come appunto la piena rivalutazione di tutte le pensioni, il taglio delle tasse, l’ampliamento della platea di beneficiari per la quattordicesima con relativo incremento dell’importo per chi già la riceve.
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