Sai che ci sono dei modelli italiani di macchine da scrivere famosi in tutto il mondo? Sai che sono estremamente ricercati e valgono tanti soldi? Ti svelo quali sono alcuni dei migliori per fare soldi.
Non avrei mai pensato che un oggetto ormai fuori uso, come una macchina da scrivere, potesse valere più di un cellulare di ultima generazione.
E invece, qualche settimana fa, il mio amico Giulio — collezionista appassionato e fine intenditore — mi ha aperto gli occhi su un mondo affascinante e (incredibilmente) redditizio: quello del collezionismo di macchine da scrivere italiane.
Giulio ha iniziato quasi per caso, trovando una vecchia Olivetti nel solaio della nonna. Da lì, è partita la passione. Oggi possiede oltre venti modelli rari, tutti funzionanti, alcuni dei quali valgono migliaia di euro.
Mentre sorseggiavamo un caffè nel suo studio — dove ogni macchina è esposta come fosse un’opera d’arte — mi ha parlato delle 3 macchine da scrivere italiane più ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.
Lo trovo un mondo estremamente interessante e non ho potuto fare altro che prendere appunti. Quindi, spiegherò a te quello che mi ha trasmesso.
Se pensi alle parole “macchina da scrivere”, probabilmente ti viene in mente lei. La Lettera 22, progettata da Marcello Nizzoli e lanciata nel 1950, è un’icona del design italiano. Leggera, portatile, elegante: era la preferita di giornalisti e scrittori in viaggio.
Montanelli, Moravia, perfino Hemingway ne possedevano una. Giulio mi ha raccontato che un esemplare in perfette condizioni, con custodia originale e tasti integri, può arrivare a valere anche 800-1.000 euro. Se poi è una delle prime serie (riconoscibile dalla placca in metallo e dalla numerazione), il prezzo sale.
All’estero, soprattutto in Giappone e negli Stati Uniti, è considerata un pezzo di culto. Ma non è finita qui. Ce ne sono anche altre due, come ti dicevo.
L’altra? La Olivetti Valentine. “È la Vespa delle macchine da scrivere”, mi ha detto Giulio sorridendo. E non ha torto: oggi è esposta al MoMA di New York e al Victoria & Albert Museum di Londra. Il suo valore può superare i 1.500 euro se in ottime condizioni, soprattutto con scatola originale e manuali.
E poi c’è l’ultima, quella che è diventata presto la mia preferita. Qui siamo nel terreno dei collezionisti puri. L’Olivetti M1 fu la prima macchina da scrivere prodotta interamente in Italia, nel lontano 1911. Solida, pesantissima, tutta in ghisa e acciaio: sembra uscita da un film in bianco e nero.
Ne sono rimasti pochissimi esemplari, e quelli in circolazione valgono quanto un motorino d’epoca: anche 5.000 euro o più, a seconda dello stato.
Spero di averti trasmesso in queste poche righe il fascino incredibile di questo mondo, che mi ha davvero rapita. Voglio saperne sempre di più!
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