Nessuna connessione, nemmeno il numero di telefono: ecco perché questa applicazione ha tutto il potenziale per sostituire il caro vecchio WhatsApp.
Certe idee sembrano venire fuori solo in due casi: o da chi ha fatto un sogno lucido durante un blackout, o da chi vive con la paranoia che qualcuno, da qualche parte, stia spiando tutto. E forse, nel caso di Jack Dorsey – fondatore di Twitter – ci sono un po’ entrambe le cose.
Fatto sta che si è messo in testa una di quelle trovate che all’inizio fanno alzare le sopracciglia e poi, con un pizzico di contesto, cominciano a sembrare meno folli del previsto: una chat senza internet, senza SIM, senza reti mobili, senza niente.
E no, non è fantascienza. È solo tecnologia portata all’estremo, con una logica semplice: se il mondo là fuori si spegne, o ti viene tolto di proposito, almeno i telefoni possono ancora parlarsi tra loro. Da cosa nasce cosa, insomma. E da qui nasce Bitchat, l’app che potrebbe riscrivere le regole della messaggistica – o almeno farsi trovare pronta il giorno in cui WhatsApp smette di funzionare.
Bitchat non è un’alternativa a WhatsApp nel senso classico del termine. È più una scommessa contro l’idea che serva sempre una connessione, un server o un numero di telefono per mandare un messaggio. Jack Dorsey – lo stesso che ha messo in piedi Twitter e poi se n’è andato a fare il monaco digitale delle comunicazioni decentralizzate – ha tirato fuori questa app che permette di chattare senza internet, senza SIM e senza account. Sì, davvero.
Funziona con il Bluetooth, quello che di solito usiamo per le cuffiette o per far partire la musica in auto. Solo che qui non si tratta di trasmettere suoni, ma messaggi di testo. Il principio è semplice: se la persona a cui vogliamo scrivere non è abbastanza vicina per riceverlo direttamente, il messaggio rimbalza da un telefono all’altro (senza svelare il contenuto se non al destinatario), passando per quelli che hanno l’app attiva e il Bluetooth acceso. Tipo una staffetta, ma con le tasche piene di dati.
Questo sistema, chiamato rete mesh peer-to-peer, è utile solo se ci sono abbastanza persone vicine con l’app attiva. Ed è proprio qui che viene fuori il potenziale: in contesti di emergenza, blackout, manifestazioni, disastri naturali o regimi autoritari dove la rete viene spenta di proposito. Anche più banalmente in zone isolate senza copertura, può diventare un piano B di tutto rispetto.
Al momento Bitchat è in fase di test su iOS (via TestFlight), e i primi 10.000 posti sono andati esauriti in poche ore. Non è ancora pronta per il grande pubblico, ma l’idea ha già acceso parecchie antenne. Anche senza segnale.
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