Uno dei modi più semplici di concludere il pasto: qual è l’origine della macedonia di frutta e, soprattutto, perché si chiama così.
Macedonia chiama estate. Tutti amano questa pietanza freschissima, perché può essere adeguata ai gusti dei commensali. In alcune bowl si trovano – ad esempio – ananas, melone, anguria, pesca e albicocca. In altre, soprattutto nelle regioni settentrionali e in prossimità delle montagne, si può ordinare la versione ai frutti rossi: more, lamponi e fragoline di bosco. In ogni caso, la scelta è libera. Quella più gettonata – facile da trovare nei ristoranti – include la mela, la banana e il kiwi.

Esistono moltissime pietanze che noi nominiamo e ricerchiamo ogni giorno. Ma qual è la loro storia? Se pensiamo alla pizza, per dirne una, ci sono diverse teorie etimologiche dietro al termine. Alcuni sostengono che derivi dal termine longobardo bizzo o pizzo, che significa morso o pezzo di pane. Altri invece richiamano all’origine latina, riconducendo il termine alla parola pinsa, derivazione del verbo pinsere, letteralmente schiacciare.
Potremmo produrre una lista affascinante dei piatti tipici della tradizione culinaria internazionale e analizzare l’origine del nome. Ma in questa sede ci concentreremo, appunto, sulla parola macedonia. Il termine con il quale si identifica una ricca bowl di frutta, ma anche una certa varietà di ingredienti, oggetti e pensieri. Il concetto si nutre dell’essenza della diversità, così afferma un famoso antropologo.
Macedonia, qual è l’origine del nome? Un famoso antropologo risponde
Come abbiamo anticipato, in gergo comune, spesso il termine macedonia viene utilizzato per esprimere un’incredibile varietà. Lo scrittore francese Louis de Bachaumont, ad esempio, nel 1786 usufruiva del termine per indicare una moltitudine di stili letterali. Questo perché l’origine ancestrale del nome risale all’incirca al 300 a.C. e si riferisce proprio al regno della Macedonia, che nei secoli è sempre stato caratterizzato dalla convivenza di moltissime etnie: macedoni, appunto, ma anche greci, bulgari, albanesi, serbi e turchi.

Come ha spiegato Di Marino Niola, professore di Antropologia all’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, la parola venne utilizzata anche in seguito, durante la supremazia di Alessandro Magno, per indicare i moltissimi re macedoni che dominavano l’area geografica corrispondente. Successivamente Pellegrino Artusi definì la “signora Macedonia”, proponendo ai lettori dei suoi libri la sua personale ricetta.
500g di frutta, 100g di zucchero a velo, succo di limone. Tutto gelato in frigorifero. Una versione che un tempo è stata largamente apprezzata. Prima che spopolasse la cosiddetta filosofia della healthy life.