Il Piemonte è una regione anziana e le previsioni stimano 300 mila abitanti in meno solo a Torino entro i prossimi cento anni.
I dati Eurostat devono far riflettere il Piemonte ma anche l’intera Italia. La nostra nazione è il Paese più anziano dell’Unione Europea con una media di 48,7 anni contro 44,7 anni di media europea.

L’invecchiamento della popolazione è l’effetto di diversi fattori come le cure mediche sempre più avanzate, la maggiore attenzione all’alimentazione, il tenore di vita molto alto, il calo della fecondità con le donne che fanno meno figli e le condizioni socio-economiche non favorevoli. L’impatto del fenomeno ha ripercussioni in diversi ambiti collettivi e individuali. Sul piano economico modifica la potenziale crescita della nazione costringendo alla revisione dell’organizzazione e della produzione di beni e servizi.
Servono più prestazioni sanitarie, previdenziali e assistenziali e spesso le famiglie sono chiamate a prendersi cura dei familiari anziani affrontando un impegno troppo grande. Se la popolazione invecchia sempre più, poi, si corre il rischio che interi paesi scompaiano. Sta accadendo da diversi anni tant’è che vengono messe in campo iniziative di ripopolamento come “Case a 1 euro”, I dati, però, rivelano che anche le grandi città non hanno un futuro roseo.
I dati parlano chiaro: ecco il futuro del Piemonte
Rispetto al 2014 l’Italia ha subito un aumento dell’età media di 4 anni. La media europea è di 2,2 anni. E nella nostra nazione tra le Regione più vecchie c’è il Piemonte. In particolare si trova in terza posizione in questa classifica dei record negativi, dietro solo alla Liguria e al Friuli Venezia Giulia. L’eta media è di 50 anni, più alta rispetto i 48,7 anni di media italiana e ai 44,7 anni di media europea. Eurostat prevede che nel 2050 l’età media sarà di 52 anni in Piemonte confermando il trend attuale.

Il problema è che la tendenza è legata più che ad un aumento delle aspettative di vita al calo delle nascite, fenomeno non compensato dall’immigrazione. La conta della popolazione piemontese è scesa proprio per una differenza negativa tra nascite e decessi (-7,7 ogni mille abitanti) e per ingressi insufficienti di immigrati (6,6 ogni mille abitanti). Un’altra criticità del Piemonte riguarda l’indice di dipendenza.
Abbiamo 2,3 abitanti in età lavorativa ogni over 65. Significa che la società “giovane” in età lavorativa deve occuparsi di una società “anziana” con un numero di componenti sempre più ampio. E la crescita del numero di anziani sarà sempre più esponenziale considerando che l’aspettativa di vita è alta, 84,7 anni per le donne e 80,5 anni per gli uomini. Si arriverà nel 2100 ad avere Torino con 300 mila persone in meno se non si adotteranno cambiamenti da subito con politiche mirate ad affrontare il declino demografico.