I tempi cambiano, e anche la maternità diventa un lusso per pochi: perché una ragazza come Sara deve pagare per avere una famiglia.
Viviamo in un’epoca dove nulla è più scontato. I valori restano, ma farli durare è sempre più difficile in una società che corre e spesso non lascia spazio ai progetti personali. ‘Si stava meglio quando si stava peggio’ non è mera nostalgia, c’è di più. Oggi anche le cose più semplici hanno un prezzo. E a volte quel prezzo è altissimo.

In Italia si fanno sempre meno figli. Nel 2024 le nascite sono crollate a 370.000, con un tasso di natalità sceso a 6,3 ogni mille abitanti. La fecondità è ferma a 1,18 figli per donna, sotto anche ai livelli minimi del 1995.
In questo contesto si parla di maternità a pagamento. Non per capriccio, ma per scelta forzata. Una spesa che pesa, ma che diventa necessaria per non rinunciare né alla carriera né all’idea di costruire una famiglia.
4mila euro per diventare madre: la storia di Sara, una professionista come tante
I dati sulla natalità vengono spesso ridotti a frasi come: “In Italia non si fanno figli perché non se ne ha più voglia”, oppure “si vuole mantenere la propria libertà”, o ancora: “siamo un popolo di egoisti”. Che non se ne abbia più voglia è forse vero, ma i motivi – o meglio, le cause – sono ben più profondi.

Lavoro precario, salari bassi e uno stile di vita caotico sono solo alcune delle condizioni attuali. Senza contare la fuga di cervelli che porta, inevitabilmente, anche a una fuga di nascite all’estero. E poi c’è chi, come Sara, un lavoro ce l’ha. Solido, serio. È una chirurga e a 31 anni si trova nel pieno della sua carriera.
Sta crescendo, ma con lei anche la sua età anagrafica. Come riporta il Corriere della Sera, sogna una famiglia numerosa, tre figli. Ma la sua crescita professionale oggi non le permette né di trovare la persona giusta, né di pensare di fermarsi. Anche perché in Italia il lavoro non fa sconti, e le donne restano indietro, seppur per uno scopo tutt’altro che superfluo.
Per lo stesso motivo, Sara ha dovuto pagare 4mila euro per congelare i propri ovociti e concedersi una possibilità in più. Una scelta consapevole, ma non certo leggera. Anche perché questa procedura è gratuita solo per chi affronta patologie oncologiche o condizioni mediche gravi che compromettono la fertilità. Chi è malata, è tutelata. Chi è sana e vuole semplicemente scegliere quando diventare madre, invece, paga.
E in un’epoca in cui si accantona l’idea di fare figli, forse non servono altri bonus a scadenza, ma un aiuto vero, strutturale, concreto. Uno che permetta alle donne che i figli li vogliono – come Sara – di non dover scegliere tra il desiderio di diventare madri e la possibilità di garantire, a loro stesse e ai propri figli, un futuro.