Bonus cibo figli: più soldi in tasca ai genitori, ma devi essere in regola con la domanda

Anche quest’anno arriva il bonus cibo figli, ma tra i pochi requisiti c’è un dettaglio da non sottovalutare: bisogna essere in regola con la domanda. Ecco come fare.

Avere uno o più figli è una gioia, ma anche un peso finanziario non da poco per molte famiglie e genitori single. Non a caso, il tasso di natalità continua a calare e, ancora prima di chi sceglie consapevolmente di non avere figli, c’è chi si ferma al primo, ben cosciente dei costi che comporta crescere un bambino.

Bambino che mangia, primo piano
Bonus cibo figli: più soldi in tasca ai genitori, ma devi essere in regola con la domanda salussolanews.it

Per questo lo Stato ha previsto alcune misure per recuperare almeno parte delle spese, magari sotto forma di bonus, rimborsi o sconti. Tra queste, ce n’è una poco conosciuta, ma che consente di ottenere un aiuto concreto per le spese alimentari. Si tratta di un bonus riservato a chi ha figli che frequentano asilo o scuola, a prescindere dal grado.

I genitori possono infatti ricevere 150€, che dal prossimo anno diventeranno 190€. Ma solo se si presenta l’apposita domanda. E la richiesta, pur essendo semplice, nasconde una piccola insidia: un dettaglio che è bene conoscere, per non rischiare di perdere del tutto questo diritto.

Bonus cibo 2025: cos’è e come richiederlo

Partiamo dal presupposto che non si tratta di un vero e proprio bonus da richiedere tramite portali o domande online, ma di una detrazione fiscale che permette di recuperare parte delle spese sostenute per la mensa scolastica dei figli. E sì, vale anche per le scuole paritarie e per i servizi mensa erogati da Comuni o cooperative.

Documento 730, pensa e banconote da 50€
Bonus cibo 2025: cos’è e come richiederlo – salussolanews.it

Si possono detrarre il 19% delle spese annue sostenute, fino a un massimo di 800€ per ogni figlio (quindi un rimborso effettivo fino a 152€). Ma dal 2025 il tetto sale a 1.000€, con un recupero massimo di 190€ a figlio – nella dichiarazione del 2026, per intenderci. Un piccolo aiuto, certo, ma concreto. Eppure, come sempre, c’è un dettaglio burocratico che può far saltare tutto.

Per usufruire della detrazione serve essere in regola con la documentazione. Le spese vanno inserite nel modello 730, quadro E, righi da E8 a E10, con codice 12. Ma attenzione: i pagamenti devono essere tracciabili, quindi niente contanti, e nelle ricevute deve comparire la dicitura ‘servizio mensa’, il nome dell’alunno e la scuola frequentata. Se mancano queste informazioni, bisogna chiedere un’attestazione all’Ente che gestisce la mensa.

Insomma, il rimborso c’è, ma solo se la domanda è fatta bene. E se manca anche un solo dato, il rischio è di lasciare quei soldi sul tavolo, proprio ora che le famiglie ne hanno più bisogno che mai.

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