Mentre le strade piemontesi si riempiono di buche, il ministro delle Infrastrutture ha deciso di sacrificare il 70% dei fondi destinati alla loro riparazione.
Un paradosso che fa discutere, specialmente chi il Piemonte lo vive, lo attraversa e vede spesso quelle buche abbandonate a sé stesse, insieme al rischio che conducenti, ma anche pedoni, si facciano male. Ma ad oggi non sembra essere questa la priorità, e a ricordarcelo è Chiara Gribaldo. La vicepresidente del Pd ha scelto di non usare mezzi termini per commentare il taglio di 385 milioni ai fondi per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali, deciso dal ministro Salvini.

Tra le varie voci dell’opposizione, c’è chi sostiene che quei fondi siano stati sottratti per finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina. In realtà, l’obiettivo è un altro – anche se l’indignazione resta. In questo scenario, dove il decreto Milleproroghe sembra ormai nero su bianco, sono molte le voci – nemmeno troppo moderate – che lanciano accuse.
Le strade in Piemonte si sfaldano, la politica si spacca
Non sono solo buche. Sono voragini, crepe nel terreno e nella fiducia. In Piemonte, i fondi per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali sono stati tagliati del 70%. Un colpo netto: da 10 a 3 milioni per Cuneo, da oltre 10 a 4,5 per Torino, 1,7 ad Alessandria, appena 1 milione ad Asti. Il tutto mentre i cittadini continuano a zigzagare tra i crateri dell’asfalto.

Ad accendere il dibattito è Chiara Gribaudo, vicepresidente del Pd, che non le manda a dire: “Così si rischia di isolare interi territori, soprattutto nelle zone montane. Non si tratta solo di comfort, ma di sicurezza”. E se qualcuno si illude che il problema sia passeggero, basta guardare alle cifre per rendersi conto che è strutturale.
Il governo, però, ha una risposta pronta. Secondo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, quei soldi non sono stati bruciati, ma “riallocati per coprire costi crescenti di opere fondamentali, come il Terzo Valico o altri interventi infrastrutturali a Genova”. Niente a che vedere, insiste, con il Ponte sullo Stretto. Ma l’impressione, per molti, è che si stia svuotando il nord per finanziare altrove.
E le opposizioni non si trattengono. Antonino Iaria, M5S, parla apertamente di “ladrocinio”, accusando il governo di finanziare “progetti faraonici” a scapito della sicurezza quotidiana dei cittadini. Anche le imprese e le associazioni di categoria si dicono allarmate: Upi Piemonte, Ance e Confindustria chiedono che vengano almeno ripristinati i fondi già promessi per il biennio 2025-2026. Intanto, sulle strade piemontesi, il rumore delle buche copre quello delle promesse.