L’azienda casearia lancia una nuova allerta alimentare per la possibile presenza di Listeria monocytogenes: il formaggio da non consumare.
Non è la prima volta e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima. Quando si parla di formaggi, la Listeria torna ciclicamente a far tremare scaffali e frigoriferi, mettendo in allerta consumatori e supermercati. Stavolta l’allarme arriva direttamente dall’azienda produttrice, che ha segnalato la possibile presenza del batterio in un lotto specifico, già ritirato dal mercato. Ma il punto è che molti potrebbero averlo già acquistato, magari già messo in frigo, in attesa della prossima cena.
Ed è proprio per questo che, se lo si ha in casa, non va consumato. La Listeria monocytogenes è un batterio resistente, che può proliferare anche a basse temperature e provocare conseguenze serie, soprattutto in soggetti fragili come donne in gravidanza, anziani e persone immunodepresse. Una contaminazione invisibile ma potenzialmente molto pericolosa.
Vediamo subito qual è il formaggio coinvolto, come riconoscerlo e cosa fare se ci ritroviamo quel prodotto in casa. Perché in questi casi, meglio non rischiare.
Parliamo di un formaggio stagionato, venduto in forma sfusa all’interno di vasche da circa 850 grammi. Non si tratta di un prodotto qualsiasi. È uno di quei formaggi cremosi e saporiti che spesso finiscono in tavola accompagnati da pane, miele o marmellate. Particolarmente apprezzato per la consistenza morbida e il gusto deciso, è anche il tipo di prodotto che, per caratteristiche e modalità di conservazione, può rientrare tra quelli più esposti al rischio Listeria.
Il formaggio in questione si chiama Agrél, è a marchio Arnoldi ed è stato prodotto dalla Casearia Arnoldi Valtaleggio Srl, nello stabilimento di via Piazze 156 a Taleggio, in provincia di Bergamo (marchio CE IT 03 272).
Il lotto interessato dal richiamo è il 520020, con data di scadenza 12 giugno 2025. lo si può trovare nei supermercati, gastronomie e formaggerie che trattano prodotti freschi e a marchio Arnoldi. La segnalazione è partita dall’azienda dopo aver rilevato la possibile presenza di Listeria monocytogenes, un batterio che – come sappiamo – può diventare molto pericoloso.
Il vero problema, però, è il tempismo. Il richiamo è stato emesso il 30 maggio, ma il Ministero della Salute lo ha pubblicato solo il 9 giugno, a ridosso della scadenza. Un ritardo di oltre dieci giorni che lascia spazio a dubbi e rischi concreti. Il formaggio potrebbe infatti essere già stato acquistato e riposto in frigo da chi, ignaro di tutto, lo ha portato a casa. Ecco perché, in via cautelativa, non va assolutamente consumato.
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