Separazione, la casa non spetta più alla moglie in questo caso: l’ultima novità in Italia

Assegnazione della casa familiare in una coppia separata, che cosa dice la giurisprudenza a tal proposito.

Una delle grandi questioni che si devono affrontare in caso di separazione di una coppia è senza dubbio quella della casa familiare. A chi spetta? Si può facilmente immaginare quali complicazioni possano nascere intorno a una questione tanto delicata. Si intrecciano diversi interessi che meritano tutti attenzione, ma che devono sottostare alle decisioni della corte.

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Separazione, la casa non spetta più alla moglie in questo caso: l’ultima novità in Italia – salussolanews.it

Recentemente due ordinanze della Corte di Cassazione si sono soffermate su questa situazione, pronunciandosi su questo tema spesso fonte di accese controversie nei procedimenti per separazione e divorzio. Anche il Codice Civile si occupa del tema con un articolo specifico sull’assegnazione della casa familiare, nel dettaglio il 337 sexies. Ma vediamo i risultati delle recenti pronunce della Cassazione.

Cosa dice la giurisprudenza sulla separazione dell’abitazione di famiglia

L’articolo del codice civile citato stabilisce che il godimento della casa familiare deve essere attribuito tenendo conto dell’interesse prioritario dei figli. Quindi non è la condizione economica del coniuge richiedente a essere determinate nell’attribuzione e assegnazione. Il fine della decisione sull’assegnazione deve garantire la stabilità e la continuità ai figli nel loro ambiente domestico.

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Cosa dice la giurisprudenza sulla separazione dell’abitazione di famiglia – salussolanews.it

Le recenti ordinanze della Corte di Cassazione (13138/2025 e 12249/2025) confermano questo orientamento, stabilendo anche punti ulteriori dei quali bisogna tenere conto. Nella prima i giudici affermano che la casa familiare non può essere assegnata se i figli non vi risiedono stabilmente. Altrimenti viene a mancare uno dei presupposti principali: la convivenza del genitore richiedente e dei figli nell’immobile.

Dello stesso orientamento l’altra ordinanza, secondo cui l’assegnazione della casa di famiglia ha come scopo esclusivamente la tutela degli interessi dei figli, anche le esigenze economiche del genitore richiedente non hanno peso sull’assegnazione. Ne deriva che la sola condizione economica del genitore richiedente, anche se svantaggiata, non basta a giustificare l’assegnazione della casa di famiglia.

Quindi un giudice nella sua decisione sull’assegnazione della casa deve tener conto su alcuni elementi principali. L’assegnazione è possibile solo se i figli vivono stabilmente nella casa. Il genitore richiedente può ottenere la casa se convive con i figli, purché l’esigenza sia quella di proteggere gli interesse dei figli. Se i figli lasciano la casa, non c’è più alcuna esigenza da tutelare.

Da tutto questo deriva che anche l’esigenza di tutelare l’interesse dei figli può mutare nel tempo. Infatti se la prole abbandona la casa familiare, il coniuge che aveva avuto l’assegnazione dell’immobile può essere tenuto a lasciare la casa, su richiesta dell’altro coniuge.

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