La Regione Piemonte lancia un’iniziativa concreta per aiutare migliaia di famiglie nella gestione dei figli: chi potrà accedere alle aperture straordinarie degli asili.
Nel 2025, crescere un figlio può diventare un ostacolo più che una scelta serena. Nonostante gli incentivi messi in campo dallo Stato, molte coppie continuano a rinunciare a nuovi figli o si fermano al primo. Un trend che fotografa bene il disagio di una generazione con nuove priorità e bisogni, a cui le istituzioni devono finalmente adattarsi.

Oggi si diventa genitori spesso dopo i 30, se non dopo i 40. Le madri lavorano quanto i padri, ma i turni di lavoro non sempre si incastrano con gli orari dei servizi scolastici. I nonni non sono sempre disponibili, e le baby sitter – quando si riescono a trovare – non sono alla portata di tutte le tasche.
A garantire un po’ di respiro restano le scuole e gli asili, ma anche questi hanno i loro limiti, con chiusure nei weekend e festività prolungate. Ed è proprio qui che la Regione vuole intervenire, con un progetto che potrebbe diventare un modello da replicare su scala nazionale.
Asili aperti il sabato e durante le vacanze di Natale: ecco come funziona il piano del Piemonte e chi può aderire
Per rendere davvero accessibile l’educazione nella prima infanzia, la Regione Piemonte ha deciso di investire in un cambiamento concreto. Per l’anno educativo 2025-2026 verranno stanziati oltre 1,4 milioni di euro destinati al prolungamento dell’orario nei nidi comunali. Un’iniziativa, questa, con uno scopo più che nobile: dare una mano reale alle famiglie e alleggerire il carico organizzativo che spesso pesa sulle spalle dei genitori, soprattutto delle madri lavoratrici.

I fondi arrivano dal Fondo Sociale Europeo Plus e permetteranno ai Comuni che parteciperanno al bando di attivare aperture straordinarie da settembre 2025 fino a luglio 2026. In pratica, i nidi potranno restare aperti anche il sabato mattina, durante le vacanze di Natale e in altri periodi in cui le scuole restano chiuse, senza costi extra per le famiglie.
Non è richiesto alcun intervento diretto da parte dei genitori: saranno i Comuni a dover presentare la domanda entro il 12 giugno. Una volta ottenuto il finanziamento, comunicheranno alle famiglie la possibilità di usufruire del servizio, secondo le modalità organizzative locali. Chi è interessato, dunque, dovrà solo informarsi presso il proprio Comune.
Oltre a questo intervento, la Regione ha previsto un sostegno dedicato anche alle scuole di montagna. Sono stati messi a disposizione 433.000€ per garantire la continuità dei plessi nelle aree meno popolate, evitare chiusure per mancanza di iscritti e migliorare la qualità dell’insegnamento, anche attraverso il parziale sdoppiamento delle pluriclassi.
Si respira aria nuova, quella del cambiamento. E se tutto andrà secondo i piani, questa iniziativa diventerà un vero e proprio modello nazionale, esteso anche alle scuole d’infanzia.